Celebrata all’Università di Sassari la V Giornata internazionale della Fisica medica, dedicata a Marie Curie

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SASSARI. “Marie Curie è stata una grande persona, ma adesso tocca a voi”. Va dritto all’obiettivo il Rettore dell’Università di Sassari, Massimo Carpinelli, che ieri mattina nell’aula Magna dell’Ateneo ha parlato a oltre 200 studenti dei Licei “Spano” e “Marconi” di una personalità affascinante: Marie Sklodowska Curie, scienziata a cui si deve la scoperta della radioattività, del Radio e del Polonio, ricerche in cui è stata accompagnata dal marito Pierre Curie. “Tutto è nato da un fenomeno che non capiva – ha sottolineato il Rettore – la curiosità è la molla del progresso”.

 

Organizzata dall’Università di Sassari, dall’AOU e dall’Ats (Azienda tutela salute) in adesione alla V Giornata internazionale della Fisica Medica (7 novembre), la conferenza è partita dalla madre della Fisica medica, Madame Curie – vincitrice di due Premi Nobel per la Fisica (1903) e per la Chimica (1911) – per poi affrontare temi cruciali come la salute delle donne, il rapporto tra università, ricerca, medicina e territorio, le difficoltà affrontate dalle donne: si pensi che Marie Curie, nata a Varsavia, è riuscita a ottenere una cattedra alla Sorbona di Parigi in un periodo in cui alle donne era preclusa l’istruzione.

 

Le donne, non per caso, sono state protagoniste della conferenza di oggi. Dopo la lectio magistralis del Rettore, sono intervenute Rossana Bona e Angela Poggiu, Fisici Medici (SSD Fisica sanitaria ATS – AOU Sassari), per illustrare i compiti e le prerogative del Fisico e per trattare l’ampia tematica delle radiazioni ionizzanti in ambito sanitario dal duplice punto di vista radio diagnostico e terapeutico: la verifica della qualità delle immagini, l’imaging medico nucleare prodotto con la PET (Positron Emission Tomography) e la CT CT (Computed Tomography), il ruolo del Fisico Medico in oncologia nelle radioterapie e in tutto l’iter terapeutico sono alcuni degli argomenti trattati. Ha chiuso l’evento la relazione di Valeria Sipala, ricercatrice dell’Università di Sassari e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che ha illustrato le recentissime ricerche in Fisica Medica attualmente svolte all’Università di Sassari e che riguardano principalmente la tomografia con protoni. L’Ateneo infatti sta contribuindo alla ricerca di base con un affiatato gruppo di ricercatori che si occupa dell’utilizzo di protoni, costituenti del nucleo atomico, per la cura dei tumori. Ad oggi esistono in Italia solamente due centri di terapia con protoni e la materia di studio è ancora ampia, e gli sviluppi futuri sono inimmaginabili.

 

La conferenza si è aperta con l’introduzione di Piergiorgio Marini, Responsabile SSD Fisica Sanitaria ATS-AOU Sassari, e con i saluti di Antonio D’Urso, direttore generale AOU Sassari.

 

La Giornata internazionale della Fisica Medica è stata istituita su proposta della IOMP, l’organizzazione Internazionale dei Fisici Medici, rappresentata in Italia dall’AIFM (Associazione Italiana di Fisica Medica), composta da più di 1000 Fisici Medici che operano in strutture sanitarie pubbliche, private e Università. L’evento è organizzato

 

Marie Sklodowska Curie (Varsavia 1867 – Passy 1934)

Marie Curie è stata una donna speciale, che vanta alcuni primati: prima donna ad aver vinto un premio Nobel e, al momento, l’unica donna ad aver vinto due premi nobel in due materie tra l’altro differenti (1903 Fisica e il 1911 per la Chimica), prima donna ad essere titolare di una cattedra all’Università della Sorbona, e infine l’unica donna ad essere considerata degna di esser sepolta al Pantheon di Parigi. A lei si deve la scoperta della radioattività e di due elementi, il Radio e il Polonio.

 

Marie Curie ebbe subito chiaro che la ricerca di base sugli elementi radioattivi poteva avere delle applicazioni in ambito medico e all’inizio della prima Guerra mondiale inventò le Petite Curie, delle sale radiologiche montate su automobili modificate ed utilizzate per eseguire esami radiologici ai soldati feriti al fronte. Oggi lo stesso principio viene utilizzato per trasferire interi reparti di radiologia (con TAC, RM e anche PET) su mezzi stradali per raggiungere aree prive di questi servizi o in caso di grandi calamità.

Oggi è l’Università che si occupa di quella ricerca di base che un domani potrà dare applicazioni per migliorare sia la diagnosi che la cura di malattie ad oggi incurabili.

 

Il legame che lega l’Università, la Ricerca, la Fisica e l’applicazione alla Medicina è molto stretto; non è un caso che molti fisici, negli anni, abbiano vinto premi Nobel per la Medicina, per applicazioni quali la Risonanza Magnetica (1952) e la Tomografia Assiale Computerizzata (1979), senza considerare il Nobel della figlia di Marie Curie, Irene Curie e il marito Joliot, che scoprì la radioattività artificiale e le sue applicazioni nell’attuale Medicina Nucleare e Radioterapia.

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