Bioterrorismo, un pericolo reale. Convegno all’Università di Sassari sulle armi biologiche

Fra tante moderne, sofisticate, tecnologiche armi con le quali oggi si combattono guerre più o meno cruente e più o meno “legittime”, quella del bioterrorismo è senz’altro la più infida perché alle difficoltà della tempestiva identificazione della sua origine batterica aggiunge la relativa facilità ed economicità nel reperire gli agenti biologici.

Lo scorso 13 giugno, durante un seminario organizzato dalla Scuola di specializzazione in Microbiologia e Virologia e Corso di Dottorato in Scienze della Vita e Biotecnologie dell’Università di Sassari, la professoressa Aleksandra Barac, visiting Professor della la Facoltà di Medicina dell’Università di Belgrado, ha illustrato questo tema di estrema attualità.

Introdotta dal professor Salvatore Rubino, direttore della Scuola, la professoressa Barac ha sottolineato “che i bioterroristi potrebbero un giorno uccidere centinaia di milioni di persone in un attacco più mortale della guerra nucleare. La prossima pandemia mortale del mondo potrebbe provenire dallo schermo di un terrorista”.

Ai colleghi dell’università di Sassari e agli studenti ha spiegato che “le future epidemie potranno avere delle proporzioni molto grandi. Attualmente le ambizioni di guerra biologica sono legate a piccoli gruppi con risorse e competenze limitate come nel caso della contaminazione da salmonella di 751 persone da parte della setta di Rajneesh in Oregon negli Stati Uniti nel 1984”.

Grazie alla conferenza gli  studenti hanno appreso le principali problematiche legate al bioterrorismo e i meccanismi d’azione dei principali agenti patogeni come il Bacillus responsabile dell’antrace o la Yersinia reposnabile della peste. La prof Barac ha definito il bioterrorismo come un’arma attraente perché gli agenti biologici sono relativamente facili e poco costosi da ottenere, possono essere facilmente diffusi e possono causare paura e panico diffusi oltre i danni fisici che possono causare. “Si deve essere preparati – ha proseguito la professoressa Barac – a fare una immediata diagnosi per il riconoscimento tempestivo di malattie infettive emergenti che potrebbero essere potenziali armi biologiche”.

Durante la conferenza, gli studenti hanno acquisito tutte le conoscenze necessarie circa il rischio di bioterrorismo, con un accenno a come riconoscere le potenziali situazioni di rischio, come riconoscere i sintomi clinici e come gestire materiali contaminati di laboratorio che potrebbero essere armi biologiche.

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